
Durante la pandemia il Pmi (Purchasing Manager’s Index) di Eurolandia ha toccato un minimo di 33,4 (l’indice si considera positivo, cioè indica una crescita del mercato degli acquisti, quando è superiore a 50) a maggio, mentre prima dell’arrivo del Covid-19 “viaggiava” tra 52 e 60.

Mai come in queste ultime settimane dopo il lockdown in cui media, business e politica stanno discutendo di quali dovranno essere le priorità da dare alla strategia di ripresa economica e sociale del Paese

Agenda digitale, infrastrutture e piattaforme pubbliche alla prova dell’emergenza
“Vorrei che nella PA ci ponessimo l’obiettivo di uno Smart Working a regime del 30/40%” – Fabiana Dadone, Ministro per la Pubblica Amministrazione

Il Coronavirus sta avendo un impatto drammatico non solo a livello sanitario, umano e sociale, ma sta anche determinando la più grave crisi economica globale dell’ultimo secolo.

A seguito della pandemia di Coronavirus in corso, l’Italia, oltre alle terribili perdite in capitale umano, è destinata ad attraversare la crisi più difficile dal secondo dopoguerra, peggio di quella del 2008 nata dalla crisi dei mercati finanziari e poi trasferita nell’economia reale.

Il Ministro Paola Pisano ha presentato gli obiettivi che guideranno il suo dicastero, con l’ambizioso titolo di “Piano Nazionale dell’Innovazione 2025”. Il commento dell’analista.

La recente presentazione del piano industriale di Unicredit conferma e prosegue la direzione del cambiamento in cui è impegnata una delle più grandi banche italiane, tenendo presente due fattori condizionanti: l’invasività e pervasività delle tecnologie digitali e un perimetro normativo in evoluzione.
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